Hannes Loacker, specialista del team "Developed Markets Equities" di Raiffeisen Capital Management, in un'intervista rilasciata il 6 luglio scorso alla rivista fondsexklusiv.at (numero 02/2022):
FONDS exklusiv: La produzione e l'approvvigionamento di energia sono uno dei mega-temi globali. Perché circa due anni fa avete aggiunto un secondo fondo energetico alla vostra gamma-prodotti?
Hannes Loacker: A metà 2019 Raiffeisen Capital Management ha deciso di concentrare maggiormente la propria intera gamma-prodotti sulla sostenibilità. Abbiamo iniziato dal tema dell'energia. In primo luogo, il Raiffeisen Azionario Energia è stato trasformato in modo da investire solo in quelle società petrolifere e del gas che hanno chiaramente intrapreso il processo di “trasformazione verde”.
Allo stesso tempo, abbiamo venduto le azioni emesse da produttori di “shale oil” e “shale gas” (petrolio e gas di scisto) nonostante il potenziale di prezzo. Inoltre, investiamo un quarto del volume di questo fondo in società del settore delle energie rinnovabili. Poiché era già chiaro che molti capitali sarebbero affluiti in questo settore nel corso della svolta energetica, abbiamo lanciato il Raiffeisen Azionario SmartEnergy-ESG.
Il lancio del Green Deal nell'Unione Europea ci ha dato ragione pochi mesi dopo. I temi del Green Deal coincidono in larga misura con quelli del nostro fondo Raiffeisen Azionario SmartEnergy-ESG.
Di quali temi si tratta e come vengono implementati nel portafoglio del fondo?
Ci riferiamo ai temi delle energie rinnovabili, della mobilità verde, dell'ondata di rinnovamento e dell'idrogeno, temi che trattiamo in tutta la loro ampiezza. In concreto, ciò significa che quasi il 50% del volume del fondo è investito in aziende dei settori dell'energia eolica, solare e idroelettrica. Circa il 25% degli investimenti riguarda i settori della gestione e del trasporto dell'energia, nonché della mobilità elettrica. Nel settore dell'efficientamento energetico, compresi gli edifici verdi, si investe il 16% e il 6% viene investito nel settore dell'economia circolare. Finora solo il cinque per cento degli investimenti del fondo è stato effettuato in aziende attive nei settori dell'accumulo e della distribuzione dell’energia, comprese le reti intelligenti.
Perché fra i Top-10 ci sono due titoli legati al comparto dei semiconduttori?
Più alto è il grado di elettrificazione di un'auto, maggiore è la percentuale di semiconduttori utilizzati nel veicolo. Pertanto, le due azioni Infineon e Onsemi traggono un forte vantaggio dalla mobilità elettrica. Il giro d’affari legato alla mobilità verde per entrambe le società raggiunge il 40%, quindi ben al di sopra del nostro requisito minimo del 25%.
Il fondo è orientato alla tecnologia. Non si tratta di un rischio di cluster, soprattutto alla luce dei recenti sviluppi del mercato?
No, per due motivi: la nostra quota nelle tecnologie dell'informazione (IT) è del 24%. Ma circa la metà è costituita da aziende con aree di business molto diverse. Fra queste: First Solar - produttore di moduli fotovoltaici a pellicola sottile - Flat Glass - azienda che produce vetro per moduli fotovoltaici - Landis e Itron - entrambi produttori di sistemi di misurazione intelligenti, i cosiddetti contatori intelligenti - e SolarEdge - produttore di inverter e sistemi di batterie. Questo piccolo elenco dimostra quanto sia ampia la diversificazione all'interno del settore IT. In secondo luogo, un'analisi fra altri fondi del nostro peergroup mostra che le ponderazioni nel settore IT sono talvolta da due a tre volte superiori.
Il fondo porta nel nome le tre lettere ESG. Come si determina la qualità ESG dei titoli in portafoglio?
Ogni società presente nel nostro fondo deve ottenere, in seguito ad un’analisi ESG interna, un punteggio di almeno 50 su una scala che va da 0 a100. L'indicatore complessivo per il Raiffeisen Azionario SmartEnergy-ESG è pari a 77, uno dei valori più alti registrati dalla nostra gamma di fondi. Per determinare questi indicatori ESG, ci basiamo su ricerche interne, agenzie di rating esterne e sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs).
Misurate anche l'impronta di carbonio del portafoglio del fondo?
Sì, calcoliamo l'impronta di carbonio per milione investito sulla base dei dati di MSCI ESG, che ci permettono di coprire circa il 93% del portafoglio. I dati non sono ancora disponibili per tutti i titoli nella qualità richiesta, ma la situazione dei dati sta migliorando visibilmente. Con un'impronta di carbonio di 63 tonnellate di CO2 per milione investito, il portafoglio del fondo genera solo un decimo dell'impronta di carbonio dell'indice energetico globale MSCI World Energy All Country. Consideriamo inoltre le emissioni dirette all'interno della catena del valore sulla base degli Scope 1 e 2, nonché le emissioni indirette dello Scope 3*. L'azienda non ha un'influenza diretta su questi ultimi, perché essi vengono generati quando i prodotti vengono acquistati e quando i prodotti fabbricati vengono venduti. Anche in questo caso, siamo in parte significativamente al di sotto del valore dell'indice.
Esiste un obiettivo di riduzione della CO2 per il fondo?
Sì, il nostro obiettivo è ridurre ogni anno l'impronta di carbonio del fondo. Nel 2021, tuttavia, ciò non è stato possibile perché le emissioni dell'anno precedente erano già generalmente diminuite in modo significativo a causa della pandemia e della conseguente notevole riduzione dell’attività economica.
Vero. In che misura prendete in considerazione anche criteri sociali e di governance?
Questo fondo per sua natura non può che concentrarsi sulla lettera "E", cioè sull'ambiente. Allo stesso tempo, anche i requisiti sociali e di governance stanno acquisendo maggiore importanza dal punto di vista normativo e si riflettono nella gestione del fondo. Se, ad esempio, un titolo nel portafoglio viene associato alla corruzione, viene avviata una revisione interna alla nostra società, che può portare all'esclusione del titolo dal portafoglio. Un esempio attuale è la casa automobilistica Tesla, nella quale nessun nostro fondo ha potuto investire per alcuni anni a causa di una cattiva condotta in materia di diritti del lavoro. Il nostro approccio è simile nel settore dei combustibili fossili - come il gas naturale, il petrolio e il carbone – nonché in quello dell'energia nucleare. Le società incluse nel Raiffeisen Azionario SmartEnergy-ESG non possono generare ricavi dall'estrazione o dalla produzione di queste fonti energetiche. I requisiti sociali e di governance, che vanno dalla salute e sicurezza sul lavoro alle questioni di uguaglianza di genere, sono anche al centro delle nostre attività di engagement, in particolare nei dialoghi aziendali.
Un'occhiata alle performance mostra che il fondo sta lottando per sfruttare il suo potenziale di prezzo dopo il primo anno di vita. Qual è il motivo?
Il Raiffeisen Azionario SmartEnergy-ESG investe principalmente in titoli legati alla crescita. Da dodici o diciotto mesi a questa parte, i mercati dei capitali hanno progressivamente scontato l'aspettativa di un rialzo dei tassi d'interesse a causa dell'aumento dell'inflazione. Questo ha creato dei “venti contrari” relativamente alla valutazione di molte aziende in crescita, in quanto rende più costoso il finanziamento attraverso capitale esterno. Inoltre, gli avvertimenti sui profitti di alcune società di energia rinnovabile, soprattutto nel settore dell'energia eolica, hanno provocato un calo dei prezzi delle azioni perché il massiccio aumento dei costi dei materiali non ha potuto essere trasferito come sarebbe stato necessario. Tuttavia, va notato che gli indici puri del settore delle energie rinnovabili, come l'MSCI Global Alternative Energy Index o l'S&P Global Clean Energy Index 2021, hanno subito perdite di valore significative, in molti casi tra il 15 e il 25%, mentre il nostro fondo, che ha una base molto più ampia, ha ottenuto un aumento di valore di poco inferiore al 10%.
www.fondsexklusiv.at, 6 luglio 2022, numero 02/2022
Foto: Roland Rudolph
Indicatore Raiffeisen-ESG: Raiffeisen Kapitalanlage-Gesellschaft m.b.H. analizza costantemente le aziende e i Paesi sulla base delle proprie informazioni interne e di fonti di ricerca esterne. I risultati di questa ricerca sulla sostenibilità insieme ad una valutazione ESG complessiva, comprensiva di una valutazione del rischio ESG, portano al cosiddetto "Indicatore Raiffeisen ESG". L'indicatore Raiffeisen ESG è misurato su una scala da 0 a 100. La valutazione viene effettuata tenendo conto del rispettivo settore aziendale.
*Le tipologie di emissioni ("Scopes") sulla base del Protocollo sui gas-serra (Greenhouse Gas Protocol)
Scope 1: emissioni da fonti direttamente possedute o controllate dall'emittente (ad esempio, il funzionamento della propria caldaia o del proprio parco veicoli).
Scope 2: emissioni derivanti dall'uso di energia acquistata (ad esempio, elettricità, riscaldamento raffreddamento, ecc.). Se l'emittente produce da sé l'energia elettrica utilizzata, questa non viene contabilizzata come Scope 2, ma il combustibile utilizzato viene contabilizzato come Scope 1 (emissioni dirette).
Scope 3: emissioni derivanti da attività che non appartengono direttamente all'emittente (ad esempio, viaggi di lavoro o gestione dei rifiuti).
In sede di rendicontazione (ad esempio, con il Protocollo GHG), è necessario tenere conto delle emissioni di Scope 1 e 2. La contabilizzazione delle emissioni dello Scope 3 è facoltativa.
Note:
Nell'ambito della strategia d'investimento del Raiffeisen Azionario Energia è possibile investire in derivati in misura prevalente (in riferimento al rischio a ciò legato). Il fondi Raiffeisen Azionario SmartEnergy ESG e Raiffeisen Azionario Energia presentano una volatilità elevata, vale a dire che il valore delle quote può essere esposto anche in tempi brevi ad ampie oscillazioni verso l'alto o il basso, non è qui possibile escludere anche perdite di capitale.